di Gruppo Consiliare Progetto Partecipato
Nell’anno dell’assegnazione del Premio Nober per la Pace all’Unione Europea, il Parlamento nazionale italiano, uno dei Paesi fondatori della Comunità Europea, è in procinto di promuovere una riforma delle Forze Armate sintetizzabile in una sola, grave parola: riarmo!
L’11 dicembre, infatti, il primo Governo non-eletto della storia della Repubblica italiana nata dai morti e dalle macerie della II Guerra Mondiale riceverà la delega che gli permetterà di tagliare il personale militare ed acquistare nuovi armamenti, ovvero di aumentare tanto le spesa pubblica quanto l’indebitamento dello Stato italiano.
Ad un anno dalla guerra in Libia – durante la quale un numero imprecisato tra il 30% e il 50% delle missioni aeree di morte e distruzione partirono da basi militari dislocate sul nostro territorio – ed in piena escalation bellica mediorientale, si concretizza dunque sempre la commessa di un centinaio di cacciabombardieri F-35, progetto fortemente voluto dall’ammiraglio Di Paola, attuale Ministro della Difesa, nel 2002 in qualità di Direttore degli Armamenti Di Paola firmò a Washington D.C. nel Pentagono il memorandum che impegnò ufficialmente l’Italia a dotarsi di un numero e un modello di aerei militari che gli esperti considerano rispettivamente eccessivo e superato da ogni punto di vista strategico moderno.
Evidentemente, l’interpretazione del termine “difesa” da parte dell’ammiraglio Di Paola è completamente differente da quella sancita nell’articolo 11 della Costituzione italiana, nel quale è sancito che l’Italia ripudia la guerra “come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”.
Altrettanto evidentemente, avvallando la spesa di 200 milioni di dollari per ognuno degli aerei militari, l’interpretazione del termine “austerity” da parte del Presidente del Consiglio Monti è completamente differente da quella propagandata con la sua politica di riduzione della spesa pubblica e del livello d’indebitamento che per decine di milioni d’italiani sta traducendosi in quotidiani, dolorosi sacrifici.
Gli F-35 in questione si assembleranno nel novarese, a Cameri: dopo aver obbligato questa comunità della nostra regione ad accettare il diktak “o F-35 o disoccupazione”, l’11 dicembre la casta concederà al governo centrale una delega in bianco per imporre in maniera definitiva alla nostra regione di ospitare un’ennesima fabbrica della morte e della distruzione.
Perciò, l’11 dicembre alle 11 è importante partecipare alla manifestazione di protesta in Piazza Montecitorio a Roma organizzata dalla Tavola della Pace, dalla Rete italiana per il disarmo e Sbilanciamoci!.
L’Italia ripudia la guerra! Gli italiani non vogliono degli F-35 costosi e pericolosi ma più e migliori scuole, salari, treni e pensioni! Basta con la crisi, basta con la guerra! (dm)