L’indifendibile insostenibilità dell’aeroporto di Cuneo

Pubblicato: 30 marzo 2013 da fabiole in Bilancio, Economia, Europa, politica, trasparenza, trasporti

di Fabrizio Biolé

L’Aeroporto di Cuneo – Levaldigi, rinominato recentemente “Alpi del Mare”, nasce negli anni ’60, quando viene costituita la GEAC SpA, la Società di Gestione partecipata da enti locali, commerciali ed economici per il rinnovamento di quello che era un semplice campo di aviazione. Dalla fine degli anni ‘80 lo scalo è stato aperto al traffico commerciale nazionale e nel 1990 a quello turistico internazionale.

In occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 l’aeroporto ha poi acquistato formalmente il ruolo di secondo scalo torinese, grazie ad una cospicua iniezione di risorse pubbliche che ha sanato i debiti pregressi coprendo il buco di circa otto milioni di perdita d’esercizio dell’anno precedente.

Nonostante questo e nonostante l’aumento relativo di traffico che si attesta su risultati a due cifre da ormai qualche tempo, il risultato d’esercizio risulta comunque negativo nell’ordine di circa un milione e mezzo all’anno.

I principali soci di Geac sono la Provincia di Cuneo, la Camera di Commercio di Cuneo, che nella persona del suo Presidente Ferruccio Dardanello ha da sempre rappresentato il principale fautore della strategicità e dell’importanza dello scalo, e la Regione Piemonte tramite Finpiemonte Partecipazioni, più le municipalità principali della Provincia di Cuneo.

Nel 2012, nonostante i numeri fallimentari, lo scalo è rientrato nel novero dei cosiddetti “strategici”, a supporto di Caselle, all’interno del piano nazionale elaborato dal Ministero dei Trasporti. Secondo quest’ultimo, però, per Cuneo – Levaldigi deve essere verificata al sua condizione di progressiva sostenibilità economica, con l’eliminazione dei trasferimenti di risorse pubbliche, il coinvolgimento crescente di soci privati e, in mancanza di risultati positivi, l’effettiva chiusura.

Lo scalo resta tuttora in una fascia di passaggi annuali che lo rende non sostenibile presentando la metà delle utenze ritenute necessarie per Enac: almeno 600.000 annue.

L’assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte ha in seguito commissionato uno studio a KPMG per fornire analisi oggettive sulla prospettiva di crescita dello scalo in un’ottica di integrazione con l’aeroporto di Torino, al fine di stimolare lo stesso comune di Torino a rilevare parte delle quote di Geac, ma i risultati non ci sono stati.

In questo contesto l’azionista principale di Geac, la Provincia di Cuneo, ha da 4 anni chiuso i rubinetti, sia per impossibilità contabile che per le osservazioni pervenute da parte della Corte dei Conti, le quali rilevano il perdurare degli squilibri finanziari della società di gestione. In questi giorni, dopo mesi di inedia,  il Consiglio Provinciale di Cuneo ha seguito l’esempio del Comune di Alba, votando una delibera di cessione del 75% delle proprie azioni, prevedendo la redazione di un bando per la loro assegnazione.

L’interrogazione che ho presentato ed illustrato in aula all’Assessore Bonino rispetto all’urgenza di programmare l’iter per la chiusura dello scalo nasce dalla presentazione poche settimane fa, dell’“Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo
aeroportuale“, che ufficializzata l’insostenibilità di alcuni aeroporti marginali, tra i quali Levaldigi, manifestando la necessità di chiudere il sostegno statale ad essi, per farli traslare sotto la totale responsabilità delle Regioni di appartenenza.

Purtroppo l’interrogazione non ha dato i suoi frutti, infatti le risposte, già sentite più volte, sono attendiste e vergognosamente non tengono conto della situazione delle casse regionali, pur in un contesto di spending review in cui sarebbe opportuno avere ben chiaro l’ordine delle priorità, nel quale un aeroporto che non risponde a parametri qualitativi, quantitativi e geografici non può assolutamente rientrare!

Nel complesso si stima lo scalo sia costato più di 50 milioni di euro totali di risorse pubbliche, il Presidente di Geac Pepino ha stimato durante la seduta della commissione bilancio della Provincia di Cuneo che la chiusura costerebbe circa 3 milioni totali.

E tenerlo aperto quanto ci costerà?

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commenti
  1. […] consci dei vergognosi sprechi di Biella, Nizza Monferrato o Verduno? O continuare a mantenere un aeroporto che ci é costato 60 milioni totali e genera perdite annuali di circa 1,5 milioni?… Il 2014 […]

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