Pianeta carceri: allarmi, eccellenze e proposte

Pubblicato: 12 aprile 2013 da fabiole in Bilancio, democrazia, diritti, Economia, Europa, legalità, politica, referendum, solidarietà

carceredi  Gruppo Consiliare Progetto Partecipato

Il IX Rapporto dell’associazione Antigone sulla situazione carceraria in Italia è a dir poco allarmante! Nel 2012, le prigioni italiane hanno registrato un ulteriore incremento del costante fenomeno del sovraffollamento, il cui tasso è attualmente del 142,5% (contro una media europea del 99,6%): a fronte di una capienza regolamentare di 45.742 posti, infatti, nei 206 penitenziari del Paese sono rinchiusi 66.675 detenuti. Di questi, il 40,1% è in custodia cautelare, ovvero non ha ancora ricevuto una condanna definitiva.

Ad esser incarcerati sono soprattutto esponenti delle popolazioni più povere che abitano sul suolo italiano: maschi italiani di origine meridionale (più del 60% del totale della popolazione carceraria) e maschi di origine straniera (circa il 35%, percentuale tra le più alte d’Europa).

Inoltre, nonostante la Costituzione sancisca la funzione rieducativa della detenzione, in carcere oggi si continua sia a morire (93 i detenuti morti in prigione quest’anno, di cui 50 per suicidio, uno per sciopero della fame e 31 per “cause ancora da accertare”), sia a restare sempre e solo dietro le sbarre (in media per 20 ore al giorno, sebbene le 4 ore d’aria siano ovunque soggette a restrizioni crescenti relative alla quantità e qualità del tempo concesso al detenuto per uscire fuori dalla propria cella).

Per di più, Antigone registra numerosissimi casi di detenuti a cui sono negati diritti basilari, tra i quali quelli alla salute ed a non esser trasferito arbitrariamente lontano dai propri affetti.

La Costituzione prevede pure il reinserimento sociale del carcerato che ha scontato la sua pena: eppure, il 68% dei detenuti è recidivo. Significativo infine il dato relativo ai suicidi tra gli agenti carcerari: 68 tra il 2000 e il 2012.

La regione Piemonte rientra nella media delle regioni italiane, pur presentando alcune peculiarità virtuose: tra le tante ricordiamo il progetto del birrificio presente all’interno del “Rodolfo Morandi” di Saluzzo, gestito dalla cooperativa “Pausa Caffè”, che vede impegnati alcuni ospiti con contratto diretto con la cooperativa e che ha negli anni incrementato la propria produzione, fornendo birre di altissima qualità, grazie all’abnegazione e alle competenze del mastro birraio Andrea Bertola e alla collaborazione con gli educatori presenti nella struttura.

La situazione è comunque molto grave e tale da richiedere un intervento strutturale urgente e rinnovatore del legislatore nazionale, proprio nel momento in cui il legislatore regionale tenta di cancellare con un colpo di spugna l’istituzione del “Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personale”. E’ infatti giacente in Consiglio Regionale la proposta di legge numero 188, che, tacciando le piccolissime risorse necessarie per la figura del garante, di “spreco” sta spingendo per un arretramento del Piemonte, prima Regione ad istituirlo, pur non avendolo mai nominato!

Dal canto suo, a causa di questo status quo, la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti.

Al fine di cambiare le leggi criminogene all’origine del problema, un gruppo di associazioni ha lanciato un appello per la raccolta firme atta a depositare tre proposte di legge d’iniziativa popolare per:

          modificare la legge sulle droghe

          affermare la legalità nelle carceri così rispettando la carta costituzionale

          introdurre nel codice penale il reato di tortura

La prima proposta muove da un dato: ogni anno, in Italia circa 28.000 fra consumatori e piccoli spacciatori sono incarcerati per reati connessi in violazione della normativa antidroga (la cosiddetta legge  “Fini-Giovanardi”) e 15.000 tossicodipendenti hanno subito dei passaggi nelle patrie galere: metà della popolazione carceraria, quindi ha a che fare con la legge sulle droghe. Depenalizzare il consumo di droga e ridurre l’impatto penale della normativa in materia è dunque un primo passo fondamentale per ridurre il sovraffollamento nei penitenziari del Paese.

La seconda legge si adopera per introdurre nel nostro ordinamento al figura del Garante nazionale dei detenuti, (proprio nel momento in cui la nostra Regione lo vuole abolire), la conversione della pena nel caso di mancanza di posti disponibili nelle carceri con l’istituzione di cosiddette liste d’attesa, insieme con modifiche alla recidiva, ai benefici ed alle pene alternative.

La terza legge, infine, colma un vuoto legislativo intollerabile, con una proposta ormai non più procrastinabile, visti anche i numerosissimi casi di violenza su fermati, arrestati o carcerati che hanno negli ultimi anni riempito le cronache giornalistiche. Un passo verso l’umanizzazione di un paese che si professa democratico, ma che nei fatti spesso dimostra esattamente il contrario.

Le leggi sono sottoscrivibile da qualunque cittadino italiano maggiorenne; informazioni, date e luoghi per dare il proprio contributo le trovate sul sito ufficiale della campagna. Da par nostro cercheremo di supportare fattivamente questa battaglia di civiltà!

Alcuni interessanti appuntamenti della prossima settimana:

Sabato 13 aprile: in bici per dire NO alla violenza a Cuneo

Sabato 13 aprile: energia, salute e autodeterminazione a Paesana (CN)

Domenica 14 aprile: emergenza democratica in Val Susa a Grugliasco (TO)

Giovedì 18 aprile: Quale futuro per i CRAS regionali? a Grugliasco (TO)

Giovedì 18 aprile: Pirogassificatori, ambiente, salute a Genola (CN)

Venerdì 19 aprile: presentazione del libro Binario Morto al centro Sereno Regis – Torino

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