Per il 2 giugno 2013, Festa della Repubblica Italiana nata nel 1946 dalla Resistenza, l’associazione “Libertà&Giustizia” organizza l’iniziativa “Non è cosa vostra”: a Bologna, in Piazza Santo Stefano, Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Settis, Antonio Ingroia, Gherardo Colombo, Diego Novelli, Pippo Civati, Pancho Pardi, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Susanna Camusso, Nando Dalla Chiesa, Roberto Saviano, Paolo Flores d’Arcais, Davide Mattiello, Nichi Vendola e molte altre personalità della cultura, della politica e della società italiana si ritroveranno insieme per “rinnovare un atto di fedeltà alla Costituzione”.
Condivido lo spirito della proposta; condivido il contenuto dell’appello; condivido la finalità della mobilitazione; tuttavia, aderirò con convinzione all’iniziativa promossa da “Libertà&Giustizia” solo se i promotori filtreranno nettamente l’adesione – già ufficializzata sul sito dell’evento- estromettendo chi, nella veste di rappresentante del popolo italiano, ha votato la modifica costituzionale che già ha cambiato l’impianto della Carta e ben più di quanto, in prospettiva, potrebbe fare la cosiddetta “Convenzione”: la modifica dell’art. 81, che ha introdotto nella legge fondamentale della Repubblica il vincolo del pareggio di bilancio, mettendo così in discussione i principi fondamentali contenuti nella sua prima parte.
Tra marzo e aprile 2012, su pressione del governo Monti, del Presidente Napolitano e della “Troika”, il Parlamento ha votato a favore dell’imposizione di un parametro economicistico, neo-liberale e tecnicista con cui l’esercizio della sovranità in materia di bilancio (cioè il potere di decidere quando, come e quanto spendere a garanzia della tenuta del “patto sociale”) è stato trasferito dalle 120 milioni di mani del popolo italiano a quelle della élite dei proprietari delle azioni di banche, fondi e multinazionali, primi responsabili della crisi in atto.
A causa di tale norma, l’erogazione dei servizi fondamentali ai cittadini italiani – al pari di quelli di Grecia, Portogallo, Spagna e molti altri in Europa e nel mondo – è sempre più ignorata, ridimensionata ed eterodiretta.
Ancora, il pareggio di bilancio è l’alibi strumentale all’élite della banco-finanza internazionale per privatizzare ogni nostro bene comune (la salute, la scuola, l’acqua, i rifiuti, l’energia, il territorio…), senza che né le istituzioni, né i cittadini possano opporsi a tale esproprio – evidentemente illegittimo, ma formalmente legale – delle risorse essenziali alla vita.
Per queste ragioni, pur apprezzando l’iniziativa di “Libertà&Giustizia” e il suo manifesto ispiratore, ribisco che aderirò alla giornata ed all’iniziativa solo se dal pubblico elenco dei sostenitori saranno estromessi i nomi di chi nelle sedute della Camera dei Deputati del 6 marzo 2012 e del Senato del 17 aprile 2012 hanno avallato la modifica dell’art. 81 della Costituzione italiana, che ha introdotto il vincolo del pareggio di bilancio:
– Giovanni Bachelet, Partito Democratico
– Rosy Bindi, Partito Democratico
– Antonio Borghesi, Italia dei Valori (già co-firmatario del ddl)
– Felice Casson, Partito Democratico
– Paolo Nerozzi, Partito Democratico
– Sandra Zampa, Partito Democratico
Ottima iniziativa individuale. Sul suo esempio, boicotta l’ipocrisia di Libertà e Giustizia anche Rosanna Carpentieri e il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia di Benevento (San Giorgio del Sannio). .
[…] aderisce alla richiesta che il consigliere della Regione Piemonte Fabrizio Biolé “Non è cosa vostra”, ma nemmeno loro! ha rivolto ai promotori dell’evento, ponendo come vincolo per aderire all’ iniziativa […]