Basta chiacchiere: riordino della polizia penitenziaria e nomina del garante regionale dei detenuti!

Pubblicato: 17 dicembre 2013 da fabiole in democrazia, diritti, legalità, politica, salute, solidarietà
fadi Fabrizio Biolé
Con l’ennesimo episodio tragico che riguarda la rete di case circondariali e carceri piemontese, la misura è colma.

L’omicidio-suicidio di poche ore fa presso il carcere Lorusso Cotugno di Torino – sui cui dettagli non mi pronuncio – si aggiunge infatti in modo non più sostenibile alla catena di tragici fatti che colpiscono “indistintamente” ospiti e agenti di polizia penitenziaria, in Piemonte e in Italia.
Dal 2002 al 2012 sono quasi mille i morti tra i detenuti a livello nazionale, vittime per la stragrante maggioranza di suicidi (più di 500), così come più di cento agenti di polizia negli ultimi dodici anni si sono tolti la vita complessivamente in Italia.

Si succedono ormai da anni, “vibranti” moniti presidenziali, ma anche e soprattutto formali richiami da parte delle autorità europee in materia, sfociati in una condanna della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, la quale pone come termine perentorio entro il quale l’Italia deve risolvere il problema della violazione dei diritti degli ospiti delle carceri – più del 15% in attesa del primo giudizio – il mese di maggio del 2014. E la situazione non più sostenibile degli agenti si interlaccia strettamente e imprescindibilmente con la situazione dei detenuti!

Ritenendo dovere dei rappresentanti istituzionali a tutti i livelli occuparsi della tematica, ciascuno secondo le proprie responsabilità e competenze, depositerò immediatamente presso il Consiglio Regionale un Ordine del Giorno, che ìndica gli immediati e necessari passi: quelli da intraprendere all’interno dei provvedimenti regionali, e quelli da suggerire al livello governativo nazionale, i cui massimi rappresentanti si strappano le vesti per l’ennesima volta proprio in queste ore, per l’estrema urgenza di porre mano al sistema detentivo.

Nel dettaglio chiedo che, nella discussione in Consiglio dei Ministri e in Parlamento,  venga tenuta in alta considerazione la necessità di facilitare al corpo di Polizia Penitenziaria il proprio còmpito, con in primo luogo una riorganizzazione del sistema previdenziale, la razionalizzazione dei turni e l’integrazione delle competenze, la sottoscrizione di un nuovo contratto collettivo e il saldo degli straordinari.

Parallelamente, essendo stato il Piemonte la prima Regione a dotarsi di una legge di istituzione del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” nel lontano 2009, chiedo al Consiglio Regionale che tale figura venga finalmente nominata. E rimando ancora una volta al mittente la risibile critica di eccessivi costi e oneri per il funzionamento della stessa, che invece, se ben utilizzata, potrebbe risultare invece meccanismo di forte risparmio di costi sociali, sanitari e giudiziari per il prossimo futuro!

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