
Si tratta del temibile “Accordo sul Partenariato Transatlantico“ (abbreviato in APT oppure TTIP), un insieme di misure che dovrebbero essere messe nero su bianco in un Trattato internazionale vincolante entro il 2015 e che riproporrebbero, moltiplicandole all’ennesima potenza, tutte le conseguenze negative che, a livello europeo, erano contenute nella versione originale della Direttiva Bolkestein, già di per sè in parte disarmata prima della sua versione definitiva, grazie soprattutto agli allarmi ed alle azioni di informazione svolte da alcune associazioni e movimenti “sul pezzo”, come ATTAC.
In sintesi, nascondendosi dietro uno smalto di virtuosi promotori dell’incremento di occupazione – sul sito della Commissione Europea si azzarda addirittura la stima di centinaia di migliaia di posti di lavoro in più – e dell’ampliamento del valore delle economie europea, statunitense e mondiale – con stime di aumento rispettivamente di 120, 90 e 100 miliardi di euro – Michael Froman, Delegato al Commercio per gli USA, e Karel de Gucht, Commissario Europeo al Commercio, stanno negoziando, a partire dal luglio scorso, per giungere all’elaborazione di un trattato intercontinentale e sovragovernativo che sancisca la totale liberalizzazione degli scambi economici di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti.
Tutto questo, come è facile intendere, a scapito delle tipicità dei prodotti, dei diritti di lavoratori e consumatori, della prossimità dei rapporti umani e ad unico ed enorme vantaggio dei grandi capitali, delle multinazionali, del profitto della finanza globale.
Chi sa, in un momento di fase transitoria come la presente, che cosa possa essere davvero considerato per il nostro Consiglio Regionale, come “indifferibile ed urgente”?
Certo: i provvedimenti di bilancio che in questi giorni stanno prendendo faticosamente forma tra commissioni e aula rientrano nel nòvero.
Fatto sta che una discussione sul cambiamento storico e devastante come quello che si avrebbe con l’improvvida entrata in vigore del Trattato di partenariato transatlantico, a partire dalla macroeconomia di scambi tra il vecchio e il nuovo continente e, a cascata, fino alle economie nazionali, regionali e locali in cui circolano prodotti e servizi essenziali per i cittadini – insieme con antichi saperi e filiere tradizionali – non può nè deve essere rimandata, nè dentro nè fuori le istituzioni, a prescindere dalla legittimità sub judice che queste possano temporaneamente avere.
Per questo sto per depositare un atto in Consiglio Regionale in tema APT/TTIP che possa, mi auguro, trovare un momento dedicato ad essere trattato in modo approfondito e con tempi congrui e suggerisco contestualmente a tutti i piemontesi (poichè tutti, come cittadini, utenti e consumatori ne siamo direttamente interessati) di seguire la discussione sull’argomento nei rari momenti di approfondimento extra-istituzionali, a partire dall’importante incontro pubblico di mercoledì 29 gennaio alle 21 presso il caffè Basaglia a Torino, organizzato da Attac e poi tenendosi aggiornati, magari tramite la mailing list dell’Associazione stessa.
Istruzione, informazione e consapevolezza sono le armi più potenti che un cittadino possa avere, insieme con la condivisione e il mutuo aiuto: usiamole quotidianamente!