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Conferenza Stampa a Bra il 14 marzo
Pubblicato: 13 marzo 2014 da fabiole in ambiente, democrazia, politicaCuneo-Nizza: quei risultati un po’ così, che abbiamo noi che siamo stati a Genova!
Pubblicato: 9 gennaio 2014 da fabiole in ambiente, Bilancio, democrazia, diritti, notav, politica, trasporti
Di fatto, i risultati scaturiti dal raggiungimento del minimo comun denominatore tra le politiche trasportistiche delle due giunte regionali sono un formale e misero impegno alla creazione di un tavolo tecnico con Rfi, Trenitalia e Rff e la richiesta di un confronto immediato con il Ministero.
Confronto per cosa? Per inoltrare a Maurizio Lupi la proposta di “spostare” il chilometraggio degli intercity Torino-Genova – a gestione ministeriale – posto in esubero dall’aumento del servizio regionale piemontese sulla medesima tratta, sulla Cuneo-Ventimiglia.
La brillante ipotesi è vecchia di almeno sette settimane, da quando, come un coniglio dal cilindro, scaturì dall’ufficio stampa dell’Assessora Bonino. Però, si sa: i tempi della politica sono lunghi e artificiosi e solo adesso si è trovato il tempo di condividerla ufficialmente. Nel frattempo le corse sono state falcidiate, le promesse di Letta e Lupi non sono state mantenute e i cittadini cornuti e mazziati per l’ennesima volta!
Ai sette Assessori, di cui nessun cuneese, più due Presidenti presenti all’incontro chiedo: visto il risultato pressochè nullo, non poteva bastare una telefonata tra Torino e Genova, al limite una teleconferenza? Ma soprattutto: dato che la finestra utile – a detta loro – per riassettare gli orari della rete ferroviaria regionale, è fra poco più di un mese, davvero immaginano di poter avere una risposta dal Ministero e tecnicamente riattivare le coppie cancellate da metà dicembre sulla linea Vermenagna-Roia in così poco tempo? A scanso di equivoci me lo auguro fortemente, anche se sono molto molto scettico in merito!
Allo scopo di continuare a rivendicare la tutela e il rilancio della linea Torino-Cuneo-Ventimiglia-
Buon resiliente 2014 a tutti!
Pubblicato: 8 gennaio 2014 da fabiole in ambiente, Bilancio, decrescita, democrazia, legalità, notav, politica, solidarietà, trasparenza, trasportiNel 2013 temo altresì di aver assistito, insieme a tutti voi, alla nascita di uno dei peggiori governi nazionali e alla rielezione del peggior presidente che l’Italia ricordi, ma ho avuto anche la soddisfazione politica/civile di supportare decine di splendidi progetti sociali, ambientali e partecipati, oltre che di avere ancora al mio fianco e a mio supporto una grande donna (quasi da manuale, non fosse che la grandiosità del proverbiale uomo antistante sia tutta da verificare…)
Quest’anno, infine, abbiamo come italiani partecipato al 70° anniversario dell’inizio della Resistenza che ci ha donato la Costituzione più bella del mondo, che qualcuno vorrebbe demolire a suo uso e consumo; auguro a tutti (ma proprio tutti) che il 2014 sia l’anno di inizio di una vera, globale, consapevole e condivisa Resilienza, nella quale si trovi la maniera di tutelarla e applicarla.
Cosa prevedo e auspico per la città in cui vivo?: la dimensione a misura d’uomo di una cittadina come Cuneo, ci offre migliaia di possibilità per essere resilienti al radicale cambiamento che sta interessando il locale come il globale.
Se partiamo dal presupposto incontestabile che nulla (lavoro, trasporti, reti sociali…) potrà più essere come l’abbiamo conosciuto, l’opportunità é immensa, ma primaria e imprescindibile azione é, anche a livello comunale/urbano, (ri)definire le priorità.
Mi chiedo (e vi chiedo): é forse priorità una devastante tangenziale che costa ventiduemila euro al metro lineare, collegando una provinciale con un’autostrada spaventosamente sottoutilizzata? É forse prioritario progettare un nuovo nosocomio in una delle città con la sanità più efficiente del Nord-Italia, consci dei vergognosi sprechi di Biella, Nizza Monferrato o Verduno? O continuare a mantenere un aeroporto che ci é costato 60 milioni totali e genera perdite annuali di circa 1,5 milioni?…
Il 2014 deve necessariamente essere l’anno in cui il “think globally and act locally” venga reso concreto, senza ipocrisia né timori. L’anno del coraggio, qualità che stento a credere questa amministrazione possa non solo dimostrare, ma addirittura avere.
Riguardo la mia attività istituzionale, sono piuttosto soddisfatto delle azioni di informazione, confronto, denuncia e proposta portate avanti (sempre a stretto contatto con cittadini, comitati e associazioni), le quali hanno innanzitutto dimostrato come si possa svolgere ruoli importanti come quello che un seggio regionale comporta, pur autonomi e liberi da rappresentanze di bandiera. Inutile dire che l’impegno maggiore ho cercato di profonderlo sul settore del Tpl martoriato e massacrato – ferrovia Cuneo-Nizza anzitutto – da chi a livello nazionale e regionale fa scelte unicamente dettate da logiche lobbistiche e “dogmatiche”, come i miliardari di investimenti sul TAV (14 miliardi solo in Piemonte nei prossimi anni) e sulle grandi infrastrutture.
Come già ricordato in apertura, a margine dell’attività istituzionale, ho cercato di essere utile alle realtà territoriali finanziando con il 60% del mio stipendio decine di progetti in ambito sociale, ambientale e attivistico, con una devoluzione totale che in 12 mesi supera i centomila euro. A me non é mancato nulla e tante utili iniziative si sono potute sviluppare: forse anche questo é lo spirito del principio solidarietà sotteso nella nostra Costituzione…e forse anche per non averlo mai saputo attuare, la stragrande maggioranza delle forze politiche parlamentari – che non rappresenta affatto la stragrande maggioranza dei cittadini – ha tentato, sta tentando e tenterà di stravolgere proprio la Carta…
Per cominciare bene l’anno un piccolo “regalo” per tutti: cliccate, scaricate, stampate su carta riciclata, leggete e diffondete!
Cuneo-Nizza: verità oggettive vs. chiacchiere mediatiche, la discussione è aperta…
Pubblicato: 22 dicembre 2013 da fabiole in ambiente, Bilancio, democrazia, diritti, Economia, Europa, notav, politica, trasportidi Fabrizio Biolé
Negli ultimi giorni, determinanti per la definizione delle misure legate alla Legge di Stabilità 2014 – che è poi stata blindata antidemocraticamente sotto il voto di fiducia – si sono alzati i toni di discussione sulle necessità ormai non più procrastinabili per il mantenimento, la tutela ed il rilancio della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Nizza. E in particolare: entusiaste quanto fuorvianti affermazioni arrivano dall’assortito manipolo di eletti cuneesi del Partito Democratico (ma solo a comando, cioè se qualcuno critica con prove provate l’assenza di misure sulla Cuneo-Nizza all’interno della stessa Legge di Stabilità 2014); attenzioni ad intermittenza si è rivelata quella del Senatore Andrea Olivero ex Scelta Civica (con un emendamento presentato in commissione e non ripresentato in aula del Senato, nonostante l’impegno preso in tal senso con il Comitato Ferroviario e i 20.000 cittadini firmatari); l’unica rappresentante cuneese in Parlamento con il Movimento 5 Stelle. la Deputata Fabiana Dadone ha preso a cuore l’istanza, subendo dapprima una decisione di suoi colleghi del Senato e però portando a casa una tardiva quanto inequivocabilmente negativa risposta del Ministro Maurizio Lupi.
Solitamente per poter oggettivamente definire i termini di uno scambio di vedute è necessario partire da dati certi e fatti oggettivi, e così intenderei fare in questo mio breve scritto, con cui intendo stimolare commenti e risposte:
– In un periodo in cui si rende necessario definire politiche trasportistiche mirate e razionali che sopra tutto garantiscano il diritto basilare alla mobilità, larga parte dei rappresentanti cuneesi nelle due Camere del Parlamento – con la positiva eccezione di Fabiana Dadone – sottolinea a ripetizione, come prioritarie per la mobilità della Granda, infrastrutture insostenibili, altamente impattanti e costosissime: in primis l’insensato e superfluo aeroporto di Levaldigi – più di 50 milioni di euro pubblici investiti dalla sua nascita e la produzione di perdite annuali di un milione e mezzo di euro di media, parametri di sostenibilità che resteranno per sempre un miraggio e una rinnovata concorrenza non dichiarata con Torino-Caselle; in secundis l’insensato, inutile e devastante lotto 1.6 dell’autostrada Asti-Cuneo, con la sua cancellazione di sessanta ettari di terreno fertile per la prosecuzione di una bretella autostradale che ha una soglia di traffico venti volte inferiore alla media nazionale, e una spesa di ventimila euro al metro lineare, venti milioni di euro al chilometro, centocinquanta milioni di euro totali!!! E’ necessario commentare?
Cuneese e astigiano, discarica della Tirreno Power?
Pubblicato: 12 dicembre 2013 da fabiole in ambiente, energia, legalità, politica, rifiuti zero, salute, trasparenzaEsemplare è il caso, in piena fase di indagine, della centrale Tirreno Power di Vado Ligure (SV), da inizio 2013 al centro di un’inchiesta dai risvolti sempre più preoccupanti: secondo l’ipotesi al vaglio del pubblico ministero Giovanni Arena della Direzione Distrettuale Antimafia, enormi quantitativi di ceneri bianche (scarti solforosi inertizzati tramite l’apporto di calce) e nere (contenenti derivati del carbone), sarebbero state scaricate e smaltite illegalmente, interrandole in enormi crateri, scavati a cinque, dieci metri in aperte campagne nel Basso Piemonte, ovvero nelle provincie di Cuneo e Asti.
Su disposizione proprio della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Genova indagherebbe per “smaltimento illecito di rifiuti” una decina di persone, tra dirigenti della centrale, titolari di ditte specializzate nello smaltimento e autotrasportatori. E tutto questo si aggiunge ai fascicoli per “disastro ambientale” e “omicidio colposo” già aperti a seguito di esposti dei comitati di residenti nei confronti della Tirreno Power, che denunciano un elevato indice di tumori e di mortalità nelle zone circostanti.
Ho ritenuto il dovere di depositare in Consiglio regionale un‘interrogazione urgente, per sapere quali sono i dati a conoscenza della Regione su quanto sta emergendo dall’inchiesta – specie considerando che il Consiglio s’è recentemente dotato di una “Commissione speciale con compiti d’indagine conoscitivi per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata” – e chiedere come la Regione intenda informare al riguardo gli enti locali e i cittadini residenti nei territori interessati dal sotterramento di questi rifiuti.
Sicurezza, ammiccamenti e indotte guerre tra “poveri” cittadini
Pubblicato: 8 novembre 2013 da fabiole in ambiente, Bilancio, diritti, politica, trasportiUn convoglio costretto ad avanzare a 6 chilometri orari a causa del tilt dell’impianto che regola l’intersezione a raso con la rete viaria, tra sbarre di sicurezza sollevate e segnalatori luminosi spenti, pur previsto dalla prassi in casi eccezionali, aggiunge semplicemente un tassello alla trascuratezza del servizio pubblico di trasporto su ferro, in questo caso presumibilmente per mancata manutenzione o controllo da parte di RFI, proprietaria dei binari.
Se a ciò aggiungiamo le diverse testimonianze che affermano la ripezione di episodi del genere, diventa davvero un serio problema di sicurezza per pedoni, ,ciclisti, automobilisti e cittadini in genere.
Ho discusso un’interrogazione urgente per capire che tipo di provvedimenti intenda prendere la Giunta Regionale in merito all’incresciosa situazione senza però una risposta nel merito e convincente.
Di qualche ora fa, peraltro, l‘azzardata affermazione dell’Assessore Alberto Cirio, rispetto al fatto che dieci milioni di euro risparmiati a suo dire dal taglio di linee ” non più attuali” – ancora l’indotto conflitto tra territori e tra utenti… – sarebbero a disposizione per i lavori dell’interramento dei binari nel centro di Bra.
Lungi da me dover acuire il senso di competizione tra territori, o voler sminuire l’importanza dell’opera, ma la priorità di investimento sulle risorse risparmiate dalla cancellazione di linee importanti come Cuneo-Saluzzo, Cuneo-Mondovi, o Ceva-Ormea non avrebbe il diritto di essere discusso e valutato anche con i territori che stanno rischiando di fare la stessa fine – vedi la linea Cuneo-Ventimiglia – ?
E, per rimanere nel contesto braidese, prima di declamare le disponibilità per un’opera strategica, ma davvero molto costosa, perchè non affrontiamo le problematiche legate alla sicurezza, come i ripetuti guasti del passaggio a livello di Casa del Bosco che vengono sovente poste dai cittadini?
Appuntamenti di sabato 26 ottobre: partecipa anche tu!
Pubblicato: 25 ottobre 2013 da fabiole in acqua pubblica, ambiente, decrescita, democrazia, diritti, Economia, energia, legalità, notav, politica, referendum, rifiuti zero, salute, solidarietà, trasportiSegnaliamo questi interessanti appuntamenti a cui consigliamo di partecipare questo sabato:
– sabato 26 ottobre, dalle 11.00 alle 14.00, davanti alla stazione di Cuneo, presidio per la salvaguardia della linea ferroviaria Cuneo-Nizza
– sabato 26 ottobre, dalle 15.00, a Bussoleno (Salone Don Bunino), incontro tra la Costituente dei Beni Comuni e il Movimento NO TAV, con Gianna De Masi, Ugo Mattei, rappresentanti del Teatro Valle di Roma e giuristi
– sabato 26 ottobre, corteo “Basta menzogne sull’inceneritore”, ritrovo h 14.00 davanti alla vecchia stazione Porta Susa e arrivo davanti alla RAI di via Verdi.
Science e Future dal 28 al 31 ottobre al Politecnico di Torino: perchè la crescita infinita è impossibile?
Pubblicato: 25 ottobre 2013 da fabiole in ambiente, decrescita, democrazia, Economia, energia, politica, Senza categoriaDal 28 al 31 ottobre si terrà al Politecnico di Torino l’importante convegno Science and Future, quattro giorni di dibattito sulla sostenibilità che avranno come punto di partenza l’esperienza e la lungimiranza di Aurelio Peccei, economista e intellettuale torinese, che sollecitò per primo una presa di coscienza dei limiti della crescita economica stabiliti dai vincoli fisici del Pianeta, e promosse il famoso rapporto “I limiti dello sviluppo”, elaborato dal MIT di Boston e pubblicato nel 1972.
Il programma è molto ricco e di altissima qualità, con ospiti di elevata autorevolezza e con decenni di studio ed esperienza sul tema.
Dall’introduzione del convegno:
A distanza di oltre 40 anni, la crisi economica mondiale rivela connessioni sempre più evidenti con la disponibilità di energia fossile, di risorse minerarie, sfruttamento della biomassa, degradazione dei suoli e instabilità produzione agricola, inquinamento e cambiamenti climatici.
Al tempo stesso la scienza ha fatto enormi progressi sulla conoscenza dei processi naturali accoppiati a quelli umani, giungendo alla conclusione che l’attuale Antropocene è il periodo geologico dove una sola specie – sette miliardi di Homo sapiens – ha preso il sopravvento sull’intera biosfera modificando a tassi mai prima sperimentati anche atmosfera, idrosfera, criosfera, litosfera.
I rischi di una drastica transizione del sistema terrestre a seguito di tale inedita pressione sono concreti ma purtroppo economia, politica e cultura umanistica non hanno ancora raccolto l’urgenza di confrontarsi con tali scenari e con l’immanenza dei vincoli fisici nel progetto dell’umanità dominato dalla sola logica del mercato, della crescita e della competitività: un futuro impossibile.
I cambiamenti in atto – dal clima alla biodiversità – delineano invece futuri probabili che possono minacciare la qualità della vita umana sull’intero pianeta per millenni.
Solo uno scatto coraggioso di evoluzione culturale che riporti il prelievo di risorse all’interno dei cicli biogeochimici terrestri potrà dirigerci verso il futuro desiderabile di una specie e di una società stabili e sostenibili.
Quattro giorni di discussione al Politecnico di Torino con alcuni rappresentanti di punta della ricerca internazionale vogliono essere occasione per fare emergere un dibattito concreto e sempre più necessario a tutti i livelli della scienza, della cultura e della politica.
Per maggiori info:
http://scienceandthefuture.polito.it/
Un “bacino” di sprechi in quel di Boves? Siamo ancora in tempo!
Pubblicato: 7 ottobre 2013 da mallamacidaniele in acqua pubblica, ambiente, Economia, energia, politica, trasparenzaE’ questo il caso dello scellerato progetto di bacino irriguo nel territorio del comune di Boves, in località località Molettino della frazione Rivoira.
Andando con ordine: il progetto relativo alla realizzazione dell’opera, lago artificiale di circa cinquantamila metri cubi funzionale in prima istanza alla creazione della pressione necessaria per una costruenda rete di irrigazione a goccia, è stato giudicato ammissibile dalla Regione Piemonte all’interno del “Bando per la realizzazione di infrastrutture irrigue strategiche 2007-2009” per un totale di circa un milione quattrocentomila euro e, dopo alcune fasi di dialettica con realtà territoriali e associative che hanno rilevato diversi elementi di inopportunità, è ad oggi in fase di appalto.
Diversi ordini di obiezioni rimangono tutt’ora validi e assolutamente mai “smontati” da chi, amministrazione comunale di Boves in primis, ha ritenuto di proseguire con il paraocchi quello che avrebbe invece potuto essere un percorso di confronto costruttivo e partecipato per la realizzazione di un’opera tutt’altro che indifferente come impatto sul territorio bovesano: come prima cosa lascia molto perplessi la localizzazione del bacino, che, pur con qualche piccola variazione morfologica rispetto al progetto originale comprometterebbe in modo permanente più di un ettaro e mezzo di terreno agricolo di forte pregio, con una ingente valenza pure paesaggistica; in secondo luogo si dimostra un non-senso progettuale la collocazione su superficie pressochè piana, il che comporterà, a differenza di una collocazione su pendio, l’irreversibilità del processo, con ingenti lavori di rimozione e trasporto (dove?) dei cinquantamila metri cubi di smarino, che nella fattispecie del progetto non potranno nemmeno essere ceduti a titolo oneroso in quanto questo comporterebbe attività di cava, obbligatoriamente sottoponibile a Valutazione d’Impatto che per il progetto di cui all’oggetto non è prevista (a questo si aggiunge una stima di 5000 viaggi di mezzi pesanti per l’asportazione del materiale dal circondario); ancora: da dati scientifici incontrovertibili, il livello di falda in loco, desumibile dal livello di alcuni pozzi circostanti, va dai circa 5 ai circa 3 metri dal piano di campagna e il bacino, profondo più di 6 metri, verrebbe scavato letteralmente nella falda acquifera, pratica pericolosa e scrupolosamente evitata in tutti i casi analoghi per una serie consistente di motivi.
Altre fondate obiezioni, non ideologiche ma profondamente scientifiche, sono che per esempio le ingenti risorse e il forte impatto avranno come contropartita un insulso utilizzo irriguo per meno di due mesi l’anno, oppure che – osservazione tutt’altro che marginale – entrambe le finalità del bacino, quella di messa in pressione dell’irrigazione a goccia e quella di riserva d’acqua in periodi secchi, non sono in nessun caso risolti da un progetto con quei parametri. Per la prima finalità la stessa efficienza (30 litri al secondo), ma anche un’efficienza superiore possono essere ottenute tramite l’uso di acqua corrente o di pozzi, molti dei quali già presenti, e con una spesa irrisoria; per la seconda finalità, più sistemica, un bacino delle dimensioni di cui all’oggetto è assolutamente insignificante: la riserva idrica verrebbe garantita solo da grandi invasi, la cui opportunità meriterebbe un dicorso a parte, con rese ben maggiori rispetto al pur maggiore investimento economico!
E ho volontariamente taciuto i tempi e costi di manutenzione per la proliferazione potenziale di alghe nei filtri di ogni singolo impianto, così come il fatto che mai siano stati posizionati sul territorio strumenti di rilevazione della portata e della pioggia. Insomma: ritengo che da parte dell’Amministrazione Comunale e dall’Amministrazione Regionale, che ha destinato all’inutile ma impattante progetto quasi un milione e mezzo di euro pubblici, si debba finalmente, prima di sprechi irreparabili, ragionale sulle concrete opportunità. Le misere modifiche poste in essere durante gli scorsi mesi di rielaborazione non sono che fumo negli occhi.
Progetto Partecipato “Lou Viol”: obiettivo raggiunto!
Pubblicato: 25 settembre 2013 da mallamacidaniele in ambiente, arte e cultura, trasporti
di Gruppo Consiliare Progetto Partecipato
Lou Viol è un associazione ONLUS nata a Gaiola (CN) nel 2012 per occuparsi di sentieristica, recuperando sentieri abbandonati o inutilizzabili e rendendoli nuovamente fruibili dai cittadini e dai turisti, nonché di tutti gli amanti della natura
Si compone di volontari dalle età più disparate i quali periodicamente fanno squadra per interventi mirati, unendo lavoro manuale e momenti conviviali.
Il recupero dei sentieri, oltre al valore ambientale e naturalistico, porta in sé anche un prezioso e profondo legame con le radici del territorio e della popolazione locale, oltre che essere di fatto parte integrante del processo di concreta attuazione dell’art. 9 della Costituzione che afferma “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storicoe artistico della nazione“.
Il progetto proposto da Lou Viol serve a unire innumerevoli piccoli punti apparentemente senza significato (muretti, fontane, cappelle, piste, sorgenti, postazioni panoramiche, ecc.) attraverso la creazione di una “rete virtuosa” di sentieri percorribili da tutti, con il posizionamento di appositi cartelli informativi nei punti di maggior interesse storico, paesaggistico e naturalistico.
Il contributo del Progetto Partecipato servirà all’acquisto del materiale necessario per svolgere questa attività di informazione, divulgazione e lettura della rete sentieristica.
Lou Viol utilizzerà infatti le risorse per costituire una sorta di “kit” tipo di bacheca in legno di castagno autoctono e tramite la lavorazione di artigiani locali, così da far riscoprire la cultura, la storia e le tradizioni di una valle occitana e trasmettere alle nuove generazioni l’entusiasmo utile ed indispensabile per conservare e valorizzare l’ambiente che circostante.