di Fabrizio Biolé
Negli ultimi giorni, determinanti per la definizione delle misure legate alla Legge di Stabilità 2014 – che è poi stata blindata antidemocraticamente sotto il voto di fiducia – si sono alzati i toni di discussione sulle necessità ormai non più procrastinabili per il mantenimento, la tutela ed il rilancio della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Nizza. E in particolare: entusiaste quanto fuorvianti affermazioni arrivano dall’assortito manipolo di eletti cuneesi del Partito Democratico (ma solo a comando, cioè se qualcuno critica con prove provate l’assenza di misure sulla Cuneo-Nizza all’interno della stessa Legge di Stabilità 2014); attenzioni ad intermittenza si è rivelata quella del Senatore Andrea Olivero ex Scelta Civica (con un emendamento presentato in commissione e non ripresentato in aula del Senato, nonostante l’impegno preso in tal senso con il Comitato Ferroviario e i 20.000 cittadini firmatari); l’unica rappresentante cuneese in Parlamento con il Movimento 5 Stelle. la Deputata Fabiana Dadone ha preso a cuore l’istanza, subendo dapprima una decisione di suoi colleghi del Senato e però portando a casa una tardiva quanto inequivocabilmente negativa risposta del Ministro Maurizio Lupi.
Enrico Costa e Michelino Davico, rappresentanti cuneesi rispettivamente in Camera e in Senato hanno da par loro esercitato un silenzio roboante e vergognoso.
Solitamente per poter oggettivamente definire i termini di uno scambio di vedute è necessario partire da dati certi e fatti oggettivi, e così intenderei fare in questo mio breve scritto, con cui intendo stimolare commenti e risposte:
– Nonostante nella fase di discussione nelle due commissioni bilancio della “Legge di Stabilità 2014” e della Legge sulle risorse urgenti agli enti locali siano stati depositati almeno tre emendamenti (uno a firma
Olivero-Manassero, uno a firma
Gribaudo-Taricco e
uno a firma Scibona et alii) che impegnassero ad allocare le risorse necessarie alla manutenzione straordinaria della linea (quantificate in
29 milioni di euro), nessuno di questi è stato accolto dal Governo, smentendo le dichiarazioni ufficiali del Ministro Maurizio Lupi pubblicate su
La Stampa del 29 novembre scorso.
– Nonostante ben due atti di indirizzo in tema siano stati approvati negli ultimi dieci giorni in fase di discussione delle due leggi menzionate (uno presentato dal PD ed uno dal Movimento 5 Stelle), per ottenere un commento da parte dei firmatari è stranamente stata necessaria un presa di posizione forte da parte di comitati e cittadini, forse perchè, come impara il primo giorno di attività chiunque si avvicini ad un consesso elettivo:
“un ordine del giorno non si nega a nessuno”… La costante e ordinaria inutilità e inefficacia di atti di indirizzo come gli “ordini del giorno” è stata peraltro sottolineata in un recentissimo intervento in tema di Legge di Stabilità niente meno che dal
Viceministro dell’Economia Stefano Fassina, quando
a verbale afferma:
“(…) Potevamo esprimere parere favorevole su tutti gli ordini del giorno, tanto sapete poi le conseguenze che hanno in generale (…)”.
– Nonostante dunque nel testo licenziato della Legge di Stabilità non sia presente alcun accenno all’impegno dei 29 milioni per la linea, altre infrastrutture e comparti hanno ottenuto provvedimenti precisi, a partire dai 50 milioni per due anni per la tratta ferroviaria Cancello-Frasso in Campania, dall’impegno esplicito per la Termoli-San Vittore, dai quasi dieci milioni per il servizio navale sullo stretto di Messina,o dai 300 milioni di euro per il comparto dell’autotrasporto, tanto per citarne alcuni.
– Molti dei protagonisti di cui sopra hanno perlatro avuto ruoli di governo a vari livelli nel recente passato senza, a quanto mi risulta, sollevare mai pressanti istanze sulla necessità di interventi manutentivi sulla linea, grazie ai quali il precario stato della stessa, che ha spinto al rallentamento dei convogli da metà dicembre 2013 e che richiede per essere risolto i famosi 29 milioni di euro, avrebbe potuto magari essere affrontato con tempistiche e attività prolungate nel tempo, prima dell’odierna emergenzialità (tra gli altri: Patrizia Manassero fu nella Giunta del Comune di Cuneo, Giacomino Taricco nella Giunta della Regione Piemonte, Chiara Gribaudo in maggioranza – e poi in Giunta – nel Comune di Borgo San Dalmazzo).
– In un periodo in cui si rende necessario definire politiche trasportistiche mirate e razionali che sopra tutto garantiscano il diritto basilare alla mobilità, larga parte dei rappresentanti cuneesi nelle due Camere del Parlamento – con la positiva eccezione di Fabiana Dadone – sottolinea a ripetizione, come prioritarie per la mobilità della Granda, infrastrutture insostenibili, altamente impattanti e costosissime: in primis l’insensato e superfluo aeroporto di Levaldigi – più di 50 milioni di euro pubblici investiti dalla sua nascita e la produzione di perdite annuali di un milione e mezzo di euro di media, parametri di sostenibilità che resteranno per sempre un miraggio e una rinnovata concorrenza non dichiarata con Torino-Caselle; in secundis l’insensato, inutile e devastante lotto 1.6 dell’autostrada Asti-Cuneo, con la sua cancellazione di sessanta ettari di terreno fertile per la prosecuzione di una bretella autostradale che ha una soglia di traffico venti volte inferiore alla media nazionale, e una spesa di ventimila euro al metro lineare, venti milioni di euro al chilometro, centocinquanta milioni di euro totali!!! E’ necessario commentare?