Archivio per la categoria ‘salute’

GC11_misure giornodi Fabrizio Biolé

Il Gruppo Progetto Partecipato aderisce e partecipa alla marcia in sostegno alla lotta contro l’inceneritore del Gerbido e nell’ottica della strategia Rifiuti Zero, che si terrà sabato 11 maggio da Beinasco a Torino. Il ritrovo per tutti è in piazza Dolci a Beinasco per le h 14.30, da dove ci si muoverà verso Torino, attraversando Corso Orbassano, via Filadelfia, Corso Agnelli, l’arrivo è previsto in Piazza d’Armi a Torino.

Il fondo Progetto Partecipato ha aderito al sostegno economico della campagna “5 € per difenderci dall’inceneritore” proposta dal coordinamento No-Inc di Torino e relativa al monitoraggio del deposito di sostanze tossiche e metalli pesanti nei tessuti umani.

Inoltre sollecito tutti i cittadini torinesi e piemontesi, attenti all’ambiente, alla salute e alla corretta gestione dei rifiuti, a partecipare alla marcia e a sottoscrivere la Legge d’Iniziativa Popolare “Rifiuti Zero”.

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immagine comunicato finanziariadi Fabrizio Biolé

Infine la inopinata finanziaria 2013, con allegato bilancio previsionale, è stata, con più di tre mesi di ritardo, approvata. Praticamente nessuna richiesta delle opposizioni è stata accolta, tanto meno quelle che in qualche modo avrebbero rappresentato seppur piccoli risparmi.

Dal prossimo anno si è sancito l’aumento della tassazione, con l’aliquota IRPEF; strutture fallimentari, e anzi costose, come le federazioni sanitarie vengono fatte ignavamente sopravvivere; la spada di Damocle pur momentaneamente spuntata del Fondo Immobiliare Sanitario continua a pendere sulla testa dei piemontesi.

E ciliegina sulla torta, a latere dei drastici tagli alle politiche sociali, alla cultura e al diritto allo studio, la grande confusione sul TPL, con dichiarazioni divergenti da Assessori diversi, mette ulteriormente in difficoltà pendolari, operatori e amministratori.

Come sottofondo la solita, perenne e cocciuta volontà di non ridefinire le priorità, continuando ad usare vecchi metodi per problemi attualissimi!

bicchieredi Fabrizio Biolé

Nonostante per ben due volte i cittadini  italiani (e i piemontesi) si siano espressi contro lo sviluppo della filiera elettronucleare, è importante sottolineare continuamente che le conseguenze della filiera conclusasi negli anni ’80 sono ricadute, ricadono e, ahinoi, ricadranno ancora per molti lustri sulla salute, sull’ambiente e sulle casse pubbliche!

Mai è stato definito dai governi succedutisi in questi trent’anni un deposito definitivo su suolo italiano; treni speciali con scorie e residui attraversano costantemente nottetempo i territori del nord Italia alla volta ora della Gran Bretagna, ora della Francia, ora degli Stati Uniti; il rischio di un disastro di dimensioni apocalittiche, dovuto alla presenza del 90% dei residui di filiera sulle rive della Dora, a Saluggia, in provincia di Vercelli, è sempre in agguato, dopo essere stato miracolosamente scongiurato durante le alluvioni del 2001.

Nessun piemontese si può dire sicuro, nessun territorio della nostra regione è matematicamente salvo in caso qualche cosa andasse storto. Appena di giovedì scorso la notizia allarmante di perdita di liquido da una vasca, la WP719, dello stabilimento Eurex. Qui è stoccato il materiale liquido, il più pericoloso perchè difficilmente contenibile, quello che desta la preoccupazione più grande nella popolazione tutte le volte che sul territorio si abbattono delle piogge abbondanti.

Non è una novità la pericolosità e l’emergenzialità della situazione. Piuttosto l’elemento nuovo è che al limite massimo di riempimento della vasca, dovuto appunto alle precipitazioni atmosferiche succedutesi, si aggiunge il rinvenimento di due fessurazioni nella parete della stessa, dalle quali sta fuoriuscendo liquido con tracce di Cesio e Americio il quale, giocoforza, percola sul suolo circostante.

Come rappresentante istituzionale pro tempore, sono veramente idignato e molto preoccupato per le eventuali conseguenze, per questo depositerò immediatamente una interrogazione urgente all’Assessore Ravello. I cittadini hanno diritto di sapere che cosa è successo, che cosa non si è fatto, che cosa attendersi come conseguenza della fuoriuscita di liquido radioattivo. E la Regione si deve rendere conto che diventa ormai imperativo risolvere una volta per tutte la questione nucleare piemontese, alla radice, con programmi ben definiti ed è intollerabile che centinaia di migliaia di cittadini siano costantemente nel terrore che un semplice temporale possa irrimediabilmente contaminare i pozzi dell’acquedotto del Monferrato, uno dei più importanti della nostra regione!

curiadi Fabrizio Biolé
Questa mattina ho partecipato all’incontro voluto da Anci Piemonte presso Palazzo Curia Maxima a Torino al fine di confrontarsi con Consiglieri Regionali, Deputati e Senatori a proposito della situazione critica in cui versa tutto il sistema del welfare. La presenza di numerosi colleghi dell’opposizione regionale e di molti eletti al Parlamento, ha reso l’appuntamento interessante e trasversale. Spiace l’assenza del nuovo Assessore alla Sanità Cavallera, che avrebbe potuto chiudere il cerchio rispetto al confronto su un settore che, più che ideologico e partitico deve necessariamente tornare ad essere sul merito e sul buon senso.
I servizi fondamentali sono garantiti da una fitta rete di operatori che soffrono annosi ritardi di pagamento e carenza strutturale di risorse pubbliche a sostegno.

Come già detto nella seduta speciale del Consiglio Regionale, ritengo illogico e immorale che le cooperative e le strutture che assicurano, bontà loro, i servizi del comparto sociale si siano negli anni trasformati nelle banche delle asl e degli enti! Già dalla prossima settimana la discussione in Commissione del bilancio di previsione dovrà tenere conto di queste difficoltà!
Da par loro, i nuovi parlamentari hanno garantito un pronto intervento anche formale con il deposito di due mozioni, una per ciascun ramo del Parlamento, affinchè il Governo, ancora formalmente in carica, decreti d’urgenza sull’erogazione delle somme necessarie per mantenere il livello dei servizi sociali. I propositi sono apparsi buoni, la pratica futura potrà dar ragione o torto agli interventi-fotocopia di centrodestra e centrosinistra.
Nota stonata dell’incontro, a mio modo di vedere, la totale mancanza della seconda forza politica nazionale

di Gruppo Consiliare Progetto Partecipato

Dai primi anni ottanta il WWF ha organizzato sul territorio nazionale un servizio di guardie volontarie, che sono inquadrate come “Guardie Particolari Giurate”, nominate con appositi decreti del Prefetto e della Provincia, che prestano attività di vigilanza sul territorio, al fine di prevenire e reprimere gli illeciti amministrativi e penali.  L’incarico è molto ampio e la materia complessa, con controllo diretto del territorio tramite interventi, anche a seguito di segnalazione dei cittadini, spesso in stretta collaborazione e a supporto dell’Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia.
Settore primario delle Guardie è quello della vigilanza in materia di tutela faunistica  e vigilanza venatoria, ittica, ambientale, nell’esercizio delle quali funzioni le guardie volontarie sono Pubblici Ufficiali e limitatamente alle rispettive competenze svolgono funzioni di Polizia Giudiziaria. Per gli illeciti legati all’attività venatoria, alla pesca, alla protezione degli animali e dell’ambiente intervengono direttamente redigendo processi verbali, comminando sanzioni, sequestrando i corpi di reato ed i mezzi illeciti.
Le oltre 300 Guardie volontarie del WWF, presenti in 14 regioni e 49 province, sono organizzate in Gruppi Regionali e Nuclei Provinciali. In Piemonte dal 1999 è attivo anche in provincia di Cuneo un Nucleo di Guardie WWF, che opera prevalentemente nella zona ovest del territorio provinciale.

I dati del cuneese nel 2012: 300 persone e 42 veicoli controllati, l’accertamento di 80 illeciti amministrativi, di cui quattro penali. Oltre 650 ore di servizio e 5.230 chilometri percorsi nella Granda, in particolare sulle piste forestali delle valli. 71 verbali, per complessivi 12.400 euro, la maggior parte per percorsi fuori strada con mezzi motorizzati e irregolarità nell’esercizio di caccia, pesca e raccolta funghi. Altre sanzioni: abbandono rifiuti, detenzione animali, raccolta di fauna minore, parcheggi su prati e zone boschive. Quattro persone sono state inoltre denunciate per cattura e uccisione di animali protetti e caccia con l’aiuto di richiamo elettroacustico.

tabella wwf

In quest’inizio di 2013, le Guardie Particolari Giurate del WWF di Cuneo hanno avuto un problema: il loro unico mezzo di locomozione, una Panda 4X4, si era rotto. 1.000 euro il costo da sostenere per riparare la macchina, usurata dopo più di 5.300 km di strada, anzi: soprattutto pista forestale nelle valli cuneesi. Ma non avrebbero potuto affrontare la spesa per la riparazione di tale dotazione fondamentale allo svolgimento del proprio lavoro, mantenendo i livelli di servizio finora garantiti alla comunità.

Adesso, con il contributo del fondo Progetto Partecipato, la Panda corre di nuovo: un piccolo aiuto per un grande servizio!

Appuntamenti della prossima settimana:

domenica 7 aprile: passeggiata naturalistica a Cherasco (CN)

lunedì 8 aprile: sciopero metropolitano a Torino

lunedì 8 aprile: sit in di solidarietà al pm Di Matteo a Torino (e Palermo)

martedì 9 aprile: lancio raccolta firme leggi di inziativa popolare per la giustizia e i diritti

giovedì 11 aprile: presentazione della legge di inziativa popolare sul testamento biologico a Torino

venerdì 12 aprile: presentazione del libro L’armata di Grillo a MOndovì (CN)

manidi Gruppo Consiliare Progetto Partecipato

Questo fine settimana si preannuncia intenso e importante sotto molti punti di vista:

Venerdì 22 saremo presenti alla fiaccolata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si terrà a Cuneo con partenza alle ore 21 dal Parco della Resistenza. Durante il percorso verranno, come da tradizione, letti i nomi dei cittadini caduti sotto i colpi delle organizzazioni mafiose in Italia. Una passeggiata tutti insieme per celebrare la memoria delle vittime e stabilire l’importanza della legalità.

 cherasco

Domenica 24 pomeriggio saremo invece ospiti del Comitato contro lacirconvallazione di Cherasco, che agisce da alcuni anni per salvaguardare flora e fauna di un ambiente unico contro un nastrone d’asfalto che costerà alla collettività milioni e milioni di euro, devastando campi coltivati a grano e un tipico microecosistema sostenuto da un risorgiva, il quale presentà un biodiversità veramente d’eccezione. E la quarta edizione della passeggiata naturalistica che percorre i sentieri che verrebbero cancellati dalla circonvallazione. Ritrovo alle 15,30 in via Industria a Cherasco (CN)

Nel frattempo abbiamo aderito ufficialmente al corteo NO TAV Susa-Bussoleno di sabato 23 marzo perché la lotta contro lo spreco e il devastante impatto delle Grandi Opere Inutili è parte integrante della nostra iniziativa politica e istituzionale.

Passeggeremo dunque in Valle di Susa per ribadire la nostra vicinanza e solidarietà al Movimento NO TAV e per affermare che la democrazia è ben altra cosa rispetto alla condanna di qualsiasi critica e criminalizzazione del dissenso volto alla costruzione di un ordine autoritario su misura degli interessi di pochi, che il TAV è un’opera insostenibile, dannosa e inutile e che il Movimento NO TAV rappresenta un esempio positivo di pratica per la costruzione di una società più a misura di chi ci vive – uomini, animali, piante, ecosistemi, ecc. – e non di beni senza vita come il denaro.

Nel ruolo di cittadini temporaneamente impegnati nelle istituzioni, vogliamo sottolineare le parole d’ordine di questa manifestazione: Difendi il tuo futuro, SI alla valle che r-esiste, NO a spese inutili.

E’ inaccettabile che si utilizzino decine di miliardi di euro provenienti dalle tasse dei cittadini per realizzareun’infrastruttura non sostenibile, dannosa e inutile anziché per affrontare la crisi in atto creando occupazione e aiutando disoccupati e lavoratori in difficoltà, investendo in salute, scuola, ricerca e socialità.

Infatti, come abbiamo già scritto, il TAV è un’opera:

– Non sostenibile poiché i lavori devastano il territorio di una valle alpina il cui ecosistema è già irrimediabilmente compromesso da una linea ferroviaria, un’autostrada e due strade statali, inquinando ed esponendo la popolazione locale ad un comprovato rischio-amianto.

– Dannosa essendo una spesa che alimenta un giro d’affari a esclusivo beneficio delle imprese appaltanti, sub-appaltanti e fornitrici e non per la comunità valsusina e italiana, fornendo un richiamo irresistibile per investimenti a dir poco di dubbia provenienza.

– Inutile perché sebbene sia stata costosamente ammodernata, la linea ferroviaria esistente è ampiamente sotto-utilizzata e ormai da anni registra un decremento del volume di traffico passeggeri e merci.

susa

Il dissenso e la manifestazione del dissenso vengono definiti “violenza” e “disordine pubblico”, il movimento legittimamente espresso dalla Val Susa viene represso con la militarizzazione del territorio e così le ragioni del dissenso vengono sepolte sotto strati di propaganda del “manganello mediatico” e scompaiono, trasformate in una questione di ordine pubblico e di scontri di piazza, una vecchia tecnica di manipolazione dei fatti e mistificazione della realtà ulteriormente migliorata.

In Valle Susa è in corso un’emergenza democratica che deve richiamare l’attenzione e deve sviluppare dibattito non solo a livello tecnico-scientifico sull’opportunità dell’opera -che si collega alla transizione ad una società umana in armonia con l’ecosistema, all’impossibilità di una crescita infinita su un pianeta finito e ad un uso sostenibile delle risorse secondo criteri di uguaglianza e giustizia sociale – ma sulla sovranità popolare, la rappresentanza democratica e la pratica della democrazia sui territori – come spiegato da Marco Bersani, portavoce di ATTAC Italia e del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, nel suo libro Come abbiamo vinto il referendum:

Che cosa unisce infatti le decine di vertenze sui temi ambientali e di difesa dei territori con la straordinaria esperienza del movimento nazionale per l’acqua pubblica? Esattamente la questione della democrazia. Questione che nasce dalla consapevolezza di come, nella fase della globalizzazione neoliberista, i ruoli tradizionali della rappresentanza sociale e politica siano entrati in una crisi profonda e forse definitiva: se fino alla seconda metà del secolo scorso il tradizionale filo rosso tra bisogni emersi nella società, loro rappresentanza sociale da parte delle grandi organizzazioni sindacali e loro rappresentanza politica da parte dei partiti conservava una propria continuità, ora quel filo si è completamente rotto. Le parti attive della società oggi si muovono dentro la consapevolezza della frammentazione sociale e come portatrici di interessi precisi benché legati ad un senso più generale e collettivo (nasce da qui la tendenza a definirsi “popolo”, da cui “il popolo dell’acqua”, “il popolo NO TAV”, quello “delle carriole” a L’Aquila, ecc.), rifiutano ogni delega o rappresentanza e reclamano una democrazia diretta e partecipava. D’altronde, cosa nella battaglia in Val di Susa è veramente inaccettabile per i poteri forti? Non certo il fatto che si costruisca o meno la linea ad alta velocità… anche il più idiota dei governanti sa infatti che militarizzare una valle ostile per oltre dieci anni non sarebbe praticabile neppure per una dittatura. Ciò che non può essere ammesso è il fatto che una popolazione non solo rivendichi la difesa del proprio territorio, bensì lo faccia in nome di un interesse generale e reclami il diritto di poter decidere. In tempi in cui la rappresentanza non ha ormai più alcun significato, a questa legittima richiesta viene così risposto che giammai chi si trova nei vertici più bassi della scala gerarchica di potere può immaginare di rappresentare l’interesse generale, essendo quest’ultimo appannaggio automatico ed indiscutibile di chi siede al vertice. Dietro ogni conflitto aperto nel Paese, vi è dunque una rivendicazione di democrazia reale, da praticare qui ed ora su ogni scelta che coinvolga la vita delle persone. Perché la democrazia rappresentativa è al suo stadio finale, preparato consapevolmente e da tempo, attraverso lo svuotamento di ogni luogo consiliare e parlamentare in favore della delega agli esecutivi, e attraverso le ondate progressive di privatizzazioni che hanno drasticamente ridotto il ruolo del pubblico e del controllo democratico”.

Ci vediamo sabato 23 marzo alle 14.00 a Susa in piazza d’Armi.

Un artista al giorno…

Pubblicato: 13 marzo 2013 da mallamacidaniele in arte e cultura, salute

locandina_pianezzadi Fabrizio Biolé

L’arte non è solo musei e gallerie, non è opera soltanto di artisti quotati e esclusivi: l’arte è anche altro, oltre l’elitario, oltre il mercato.

Dal 16 marzo, la Biblioteca di Pianezza ospiterà una mostra che coinvolgerà 32 artisti che hanno creato opere capaci di offrire e suggerire uno sguardo diverso sulla realtà che ci circonda, a partire da un riferimento comune: la mela.

Sinonimo di bellezza (la mela d’oro che Paride donò ad Afrodite scegliendola come la più bella dell’Olimpo), ricchezza (li tre pomi d’oro del Giardino delle Esperidi che Ercole ottenne in premio per la sua undicesima fatica), peccato (la mela che Eva offrì ad Adamo nell’Eden), abilità (la mela centrata con una freccia da Guglielmo Tell), intelligenza (la mela che cadde in testa all’addormentato Isaac Newton), pericolo (la mela avvelenata morsa da Biancaneve), potere (la Grande Mela, città “ombelico del mondo”) o marketing (la mela del logo di Apple): a Pianezza, quest’elemento ricorrente e polivalente della simbologia costituirà il filo conduttore della mostra, intitolata “La mela nell’arte”.

Sabato 16 marzo, alle h. 17.15, in via Matteotti 3, nella biblioteca di Pianezza, si svolgerà l’inaugurazione, alla quale interverranno, insieme a me,  l’Assessore alla Cultura del Comune di Pianezza Silvia Bracco, la pittrice e Presidente di Nichelin Art nuova edizione Anna Maria Lamberti Pizza e lo sculture Pino Scarfò.

L’ingresso è libero: siete tutti invitati!

di Fabrizio Biolè

Oggi vi presento quello che è di fatto il primo grosso progetto al quale il conto Progetto Partecipato contribuisce.

Per inciso segnalo la nascita del forum già preannunciato nel quale i progetti ideati da me o proposti da cittadini o associazioni vengono riassunti, elaborati e commentati. Vi invito a iscrivervi per poter interagire in modo che i progetti supportati dal conto siano davvero partecipati!

L’associazione Cuneo nel Cuore nasce a fine 2010 a Cuneo, la sua attività è basata sul volontariato e il suo scopo è quello di contribuire allo svecchiamento della cultura, rifiutando l’idea di un sapere enciclopedico, e invece proponendo alla cittadinanza un modello culturale che aiuti a comprendere i bisogni reali e attuali delle persone. Si impegna ad affrontare, secondo le proprie possibilità, temi molto vari, come l’ambiente, la salute, la solidarietà, l’handicap, le dipendenze e le alienazioni sociali, sottolineando l’importanza della conoscenza delle tecniche di evoluzione spirituale e del progresso della vita emozionale per migliorare le relazioni sociali della persona.

La sua attività è svolta tramite progetti basati sulla filosofia olistica: una realtà di nessi e relazioni in cui l’uomo rientra nella realtà universale come parte di essa e non come entità a sé.

Per la realizzazione dei propri scopi, l’Associazione ha prodotto e diffuso piccole pubblicazioni rivolte al pubblico infantile, tra le quali: “Le avventure di Dodo Braun”, “Elia il Parlanimali”, “Tino Molla“, James leprotto nero” e altre. Buona parte dei proventi della vendita di questi libri sono stati accantonati per l’acquisto della vasca fisioterapica, cui Progetto Partecipato contribuisce.

Si tratta di una struttura di 2 metri per 3 di ampiezza interna che verrà posizionata in un centro riabilitativo nei pressi di Cuneo per l’utilizzo da parte di bambini e ragazzi con gravi problematiche motorie.

Qui sotto le sue caratteristiche costruttive:

caratteristiche

Abbiamo ritenuto di supportare mediante l’utilizzo di fondi del conto Progetto Partecipato questa iniziativa in quanto corrisponde in pieno ai criteri individuati rispetto all’uso di risorse private per scopi pubblici. Non è né la mia volontà né quella di Cuneo nel Cuore sostituirsi agli enti che dovrebbero garantire determinati servizi, primi tra tutti quelli per persone in difficoltà.

Ma non è forse vero, che, facendo nostro il pensiero di Gandhi: “qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia”?

cinghdi Fabrizio Biolé

Mi allarma molto la notizia diffusa a partire da giovedì 7 marzo rispetto alle analisi effettuate su capi campione di cinghiali abbattuti nella nostra regione, e in particolare nel comprensorio della Val Sesia nel biennio 2012-2013.

Da questi dati risulterebbe una presenza dell’isotopo Cesio 137 all’interno dei tessuti di tali animali, con valori anche dieci volte superiori a quelli limite.

Per inciso, l”isotopo del Cesio 137 è stato pressochè inesistente in natura fino all’inizio dell’attività nucleare antropica, cioè i test sulle bombe nucleari; esso è un sottoprodotto della fissione nucleare artificiale con pochissimi usi pratici, in quanto ha buona capacità di reagire chimicamente ed è solubile in acqua, per cui risulta pericoloso in quanto poco controlabile.

A prescindere dalle cause che hanno determinato una dose così massiccia all’interni di un rapprersentante tipico della fauna selvatica piemontese come il cinghiale, credo sia assolutamente necessario non sottovalutare l’impatto che l’isotopo ha potuto potenzialmente avere per la sua presenza all’interno dei capi destinati all’alimentazione che sono appartenuti a battute di caccia da cui i campioni sottoposti ad analisi provengono.

Ritengo dunque essenziale che la Regione, come da proprio Statuto garante della salute e della sicurezza alimentare, faccia tutto quanto in proprio potere per valutare la situazione, pianificare provvedimenti all’altezza della sua gravità e, per quanto possibile, evitare l’ingresso dei eventuali altri capi contaminati all’interno della catena alimentare umana, oltre a concorrere alla comprensione della causa diretta, ipotizzata nella nube radioattiva proveniente dalla centrale di Chernobyl nei mesi successivi al tragico incidente. A tale scopo ho depositato immediatamente un’interrogazione urgente in merito (in allegato) in modo che la Giunta possa comunicarci repentinamente tutte le azioni poste in essere o previste per il prossimo futuro. E fughi soprattutto un dubbio: non si tratta per caso di esemplari importati recentemente proprio dalle zone del disastro, visti i valori così alti?

Sembra infine retorico, ma è doveroso ribadire ancora una volta che tutti gli accenni alla volontà politica o amministrativa di ritornare a proporre filiere elettronucleari di qualsivoglia importanza è assolutamente criminale e studi, analisi, dati scientifici, a volte quasi casuali, sugli effetti collaterali continuano anno dopo anno, giorno dopo giorno, a confermarlo!

incdi Gruppo Consiliare Progetto Partecipato

Il 30 aprile 2013 presumibilmente entrerà in funzione l’inceneritore di rifiuti cosiddetto del Gerbido, progettato, costruito e gestito da TRM (società pubblica di diritti privato) e il cui costo è di circa 450 milioni di euro di fondi pubblici, attraverso il sistema del project financing che vizia ogni tentativo di diminuzione della produzione di rifiuti e buona parte della filiera della raccolta differenziata, per non parlare dell’installazione di impianti per il trattamento a freddo, in quanto all’impianto deve essere garantito un quantitativo di rifiuti pari a 420 mila tonnellate l’anno.

L’inceneritore, impropriamente ed inganevolmente definito “termovalorizzatore”, rappresenta la fase terminale di “smaltimento” dei rifiuti, ovvero nella pratica la trasformazione dei rifiuti solidi residui dalla raccolta differenziata in sostanze volatili – quindi a maggior diffusione – pericolose per l’ambiente e la salute umana (diossine, furani, polveri ultrafini, metalli pesanti come arsenico, cadmio, cromo, mercurio, piombo, ecc.) in quanto assumibili per via aerea.

La concentrazione di sostanze nocive si accumula inoltre nei tessuti attraverso i vari passaggi della catena alimentare (suolo, vegetali, animali, uomo), provocando danni alla salute umana.

Oltre a fumi e polveri volatili, l’incenerimento produce comunque un 31% di rifiuti da smaltire in discarica, di cui il 24% come inerti e il 7% di ceneri tossiche che vanno in stoccaggi dedicati per rifiuti pericolosi.

Gli unici vantaggi di un “mostro” come quello del Gerbido sono quelli economici, enormi per chi concorre ala sua costruzione e alla sua gestione, infatti i cittadini ci rimetteranno risorse (soldi pubblici) e salute, i Comuni saranno indebitati per molti anni e l’ambiente ci rimettera in termini di inquinamento dell’aria e del suolo. In più la garanzia di ciclo continuo si avrà solo con la combustione di enormi quantità di gasolio e derivati del petrolio.

Per questo la politica dello smaltimento tramite incenerimento non avrebbe alcun senso se non fosse viziata dagli incentivi e dall’ottusità di molti amministratori.

Sarà l’ARPA Piemonte a gestire tra le altre cose il sistema di monitoraggio e controllo dell’aria nella zona del Gerbido. Ma, per poter garantire risultati oggettivi e affidabili, vista l’ormai presumibile impossibilità di impedire l’accensione dell’impianto, a partire dal 16 febbraio, il Coordinamento No Inceneritore – Rifiuti Zero di Torino ha avviato una nuova campagna per denunciare i danni alla salute e all’ambiente che provocherà l’inceneritore del Gerbido.

Si tratta di una raccolta fondi tra tutti i cittadini (indicativamente sono sufficienti 5 euro a testa) per finanziare uno studio indipendente sulla concentrazione di metalli pesanti nell’organismo umano, attraverso una prossima raccolta dati sulla popolazione infantile che vive nella zona adiacente all’inceneritore, indicativamente tra i 3 e i 6 chilometri di distanza, zona più a rischio secondo la pur scarsa letteratura pregressa.

La correttezza e la scientificità dello studio verrà certificata dai medici dell’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) mentre il finanziamento da parte della cittadinanza sarà garanzia di un’azione obiettiva e indipendente.

Se verranno riscontrati aumenti di tali sostanze, nel tempo saranno avviate nuove azioni legali che utilizzeranno questi dati scientifici per formalizzare la dimostrazione che la salute peggiora proprio a causa dell’inceneritore.

Il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero sarà dunque pronto e attrezzato per denunciare con prove certe i danni patologici, inchiodando alle proprie responsabilità anche gli amministratori degli Enti Locali, in particolare i sindaci, cui spetta il compito istituzionale di tutori della salute dei cittadini.

La raccolta fondi del Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero, cui ho voluto contribuire con una somma del conto Progetto Partecipato sarà organizzata con gazebo in varie parti della città di Torno e nel circondario, iniziative pubbliche e incontri sul territorio. Tra le prossime ritengo utile segnalare l’assemblea di giovedì 14 marzo alle  21 a Rivalta organizzata dalla stessa aministrazione comunale. Si terrà al Centro Incontri “Il Mulino” in via Balegno 2.

Sul sito  www.rifiutizerotorino.info il calendario completo e la possibilità di contribuire online tramite versamento con Paypal.

Fermiamo tutti assieme questa politica assassina!